Storia del Comune

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La storia

Il territorio dell'attuale comune di Osini fu abitato fin dalle epoche preistoriche e protostoriche, come testimoniano i numerosi siti risalenti all'epoca nuragica: nuraghe Serbissi , nuraghe Sanu , nuraghe Urceni , nuraghe Orruttu , nuraghe Samuccu . Ma la rinascita del centro abitato e della comunità che, nella storia, è conosciuta come Osini, è verosimilmente da attribuire all'età tardo-antica e medievale. Infatti, per seguire la nascita e lo sviluppo dei centri montani dell'Ogliastra, dobbiamo prendere le mosse dall'abbandono dei centri costieri di origine punica e romana, avvenuto tra il IV e il XII secolo anche a causa delle incursioni barbaresche.

Le popolazioni che, per varie cause, si spostarono dalla costa e si ritirarono nelle zone montane si unirono alle popolazioni che già abitavano le zone interne dell'Ogliastra che, in questo lungo intervallo di tempo, si organizzarono nei villaggi che, a partire dal XII secolo, sono documentati dalle poche fonti disponibili. Cosi il paese montano di Jerzzu , unitamente a quello di Barì , e Tortoili appare documentato dal 1130 circa quando il donniggello Arzocu de Lacon, con l'autorizzazione del Giudice di Cagliari Salusio di Lacon (1130-1162) e di sua moglie Giorgia di Unale, dà forma pubblica a donazioni di case, servi, terre e vigne da lui possedute nella trigonia di Barbagia , a favore della Chiesa di Santa Maria di Lotzorai.

Per una conoscenza documentata sulla storia di Osini, occorrerà invece attendere le fonti del secolo successivo se è vera l'ipotesi che la Villa d'Osono , menzionata in un atto del 22 febbraio 1217 corrisponde alla stessa villa d'Osini di cui esiste una documentazione meno sporadica a partire dai secoli XVI-XVII.

Questa, così come si evince da una lettura del manoscritto, al pari della villa montana di Gairo, anch'essa citata come insediamento stabile, contribuiva con la sua popolazione servile al rendimento delle terre concesse dai giudici cagliaritani ai Vescovi della diocesi che avevano la sede episcopale in Suelli ma si estendeva giurisdizionalmente nei paesi che coincidevano quasi perfettamente con l'attuale Ogliastra.

La popolazione servile, in questo periodo, rappresenta la fondamentale forza lavoro per lo sviluppo della proprietà fondiaria; vincolata a dei padroni privati per lo svolgimento di determinate prestazioni lavorative poteva essere oggetto di interscambio e di permuta.

Da tali documenti, una delle fonti più importanti, se non fondamentali, per la conoscenza scientifica delle ville medievali in Ogliastra, sulle sue istituzioni e i suoi ordinamenti emerge l'appartenenza di esse al Giudicato di Calari .

Il paese di Osini nello specifico faceva parte della curadoria di Ogliastra, una delle diciassette su cui si articolava il sopraddetto giudicato, che, estendendosi nella parte centro meridionale dell'isola, comprendeva una superficie di 806 kmq.

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Vecchio centro abitato di Osini

Il piccolo centro osinese, tra il 14 ed il 19 ottobre 1951, conobbe il momento più drammatico della sua storia; infatti, in quei giorni, si abbattè su Osini un violento nubifragio. Le forti precipitazioni provocarono tali danni da determinare il trasferimento dell'abitato in un'altra località, un km più a sud rispetto al paese danneggiato.

 

Conseguentemente all'alluvione, fu redatto per conto del Ministero dei Lavori Pubblici, un Piano Regolatore che fissava le modalità di costruzione del nuovo centro di Osini, approvato poi nel 1953.

Del vecchio centro, posto sulla valle del Rio Pardu delimitato verso est da un ripido torrente e da nord-ovest da un affluente di quest'ultimo che trae origine a 250 m circa a nord dell'abitato, rimangono attualmente le antiche case fatte in pietra con le imposte ancora colorate di rosa e di celeste.

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L'attuale centro abitato di Osini

Osini conta c.ca 950 abitanti (Osinesi) e ha una superficie di 39,7 Kmq per una densità abitativa di 23,9 abitanti per Kmq. Sorge a 645 metri sopra il livello del mare.

Per raggiungere l'abitato, ci si arrampica nelle montagne dell'Ogliastra, percorrendo la S.S. 125 che da Cagliari conduce a Jerzu e poi a Gairo dopo aver attraversato l'abitato di Ulassai o, per chi invece giunge dall'entroterra, costeggiato per un breve tratto il lago Flumendosa. I paesaggi sono splendidi e meritano senz'altro di essere visitati. All'attuale abitato, si accede arrivando da sud; l'insediamento è stato costruito dopo la terribile alluvione del 951; proseguendo, qualche km più avanti si scorge il vecchio abitato di Osini, oramai abbandonato e di cui però si godono i suggestivi resti ( le tipiche case in pietra con i portoncini in legno, la piccola Chiesa etc. ).

Il territorio è poi caratterizzato dalla presenza di tanti monumenti archeologici: siti nuragici, tombe neolitiche, castelli medioevali etc., frequentemente visitati dagli amanti degli itinerari turistici.

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La vita religiosa – San Giorgio Vescovo

La storia religiosa del paese di Osini è legata alla figura di San Giorgio Vescovo che fu il primo titolare dell'antica Diocesi di Suelli.

Ma chi fu questa grande figura di Santo e soprattutto perché ad Osini dopo un millennio è così ancora venerata?

San Giorgio, nato a Cagliari nel quartiere di Stampace nell'ultimo scorcio del secolo X ed elevato a Vescovo alla giovane età di ventidue anni, è ricordato e venerato oltre che per il suo grande apostolato, per il suo potere taumaturgico, per tutti quei miracoli che potè compiere durante e dopo la sua vita terrena. La storia riporta complessivamente diciassette miracoli di cui dieci compiuti in vita e sette dopo la morte avvenuta intorno agli anni 1045/1050. Molti di questi avvennero nella giurisdizione ecclesiastica comprendente la Diocesi assegnatagli: l'Ogliastra. Proprio Osini fu uno di quei luoghi dove il Santo manifestò la sua grande potenza: un sito di unica e grande bellezza viene individuato ancor oggi – come negli antichi manoscritti – simbolicamente con il suo nome ricordandone il passaggio: La scala di San Giorgio . Quivi, come attestato nella prima fonte agiografica e nei manoscritti del Seicento, il Santo giunto nei pressi dell'alta montagna osinese, operò il miracolo: rivolse lo sguardo al cielo in umile preghiera, ordinò alla massa calcarea di squarciarsi e aprì in tal modo una strada piana ed agevole. Racconta ancora la fonte agiografica, che a sollievo dei viandanti, fece poi scaturire una fonte dalla quale suo tempo sgorgarono freschissime acque.

A ricordo di tale miracolo, a Suelli, sede dell'antica Diocesi Barbariense, è rappresentato in un dipinto l'immagine del Santo mentre compie l'azione prodigiosa.

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